Abstract
«Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce (2009)» en. tr. in «Documentality: Why It Is Necessary to Leave Traces», Oxford USA, Oxford University Press, 2012 by Maurizio Ferraris represents the landing place of a long and more than decennial research path in the theoretical work of Ferraris, whom “Documentality Theory” is not only a social ontology thesis, but also a hypothesis about semiotical and anthropological relevance of “inscription” and of “registration”. This latter, more in general, presents itself as a truly “mapmaking” of the more intimate connexions between social epistemology and social ontology, with respect of all their deep differences. From this source borns an analytical route about what really makes ontology the truly theoretical philosophy without which it’s impossibile to recognize and to safeguard the conceptual priority of ontology upon epistemology, after almost two centuries of complete “shutdown” of ontology from the role of “first philosophy” (aristotelical “philosophia prima”). Together with this aim, Ferraris, very surprisingly, thinks it could be possibile reenforce some insights by one of most “continental” philosophers of all XX Century, Jacques Derrida, with an analysis having, on the other hand, some among most important intuitions of conceptual methodology of analytical philosophy. Furthermore, this work has got the worth to approach, in the third chapter of VI Part of the book, in a long and very heaped “Epilogue”. This latter synthesizes the eleven thesis of the volume (i-xi), namely the claim in virtue of which: (i) Ontology catalogs the world of life (the husserlian “Lebenswelt”). (ii) There are three type of object: natural objects, ideal objects and social objects. (iii) Ontology is distinguished from Epistemology (iv) Social objects depends by subjects, but, as objects, they aren’t subjective (v) Constitutive rule of social objects is “Object = registered act”(vi) Nothing socially exists “outside and beyond the Text” (vii) Society is not settled upon communication, but upon registration (viii). Mind is a “tabula rasa” which is picking up and gathering inscriptions and registrations (ix) “Documents”, in the strong sense are registrations of acts (x) The “Letter” (the Literal sense of everything) is the fundament of Spirit (xi) Individuality shows itself in the “signature”, namely in the individual style.
«Documentalità; perché è necessario lasciar tracce» di Maurizio Ferraris rappresenta il punto di approdo di un sentiero di ricerca più che decennale nella ricerca di Ferraris, la cui “teoria della documentalità”, non è solo una tesi di ontologia sociale, ma anche un’ipotesi sulla rilevanza semiotica e antropologica dell’iscrizione e della registrazione. Quest’ultima, nelle sue linee più generali, si presenta come una vera e propria “navigazione cartografica” delle connessioni più intime tra epistemologia sociale e ontologia, e delle loro più profonde differenze. Ne nasce un percorso analitico su cosa renda l’ontologia la filosofia teoretica di cui è indispensabile riconoscere (e salvaguardare) la priorità concettuale rispetto all’epistemologia, dopo i suoi ultimi due secoli di “oscuramento” come “filosofia prima”, e di come sia possibile rinsaldare – idea, questa, per molti versi stupefacente – alcune intuizioni di uno dei filosofi più “continentali” del XX secolo, Jacques Derrida, con un’analisi avente, di contro, alcuni dei suoi insight più importanti nella metodologia concettuale della filosofia analitica. Il testo ha, inoltre, il merito di approdare, nel terzo capitolo della VI Parte, in un lungo e densissimo Epilogo sintetizzante le undici tesi del volume (i-xi): ovvero le tesi per cui: (i). L’ontologia cataloga il mondo della vita. (ii). Ci sono tre tipi di oggetti: naturali, ideali e sociali. (iii): L’ontologia è distinta dall’epistemologia. (iv). Gli oggetti sociali dipendono dai soggetti, ma non sono soggettivi. (v). La regola costitutiva degli oggetti sociali è “Oggetto = Atto iscritto”. (vi). Nulla di sociale esiste “fuori dal testo”, (vii). La società non si basa sulla comunicazione ma sulla registrazione, (viii). La mente è una tabula che raccoglie iscrizioni. (ix). I documenti in senso forte sono iscrizioni di atti. (x). La lettera è il fondamento dello spirito. (xi). L’individualità si manifesta nella “firma”, cioè nello stile individuale.
Citazione
Stefano Vaselli, “Maurizio Ferraris, Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce, Laterza, Roma-Bari, 2009, pp. 429”, in “APhEx 2”, 2010, pp. 25.
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AUTORI&AUTRICI
È stato coordinatore del Dipartimento di Filosofia e Storia presso il Liceo Classico Statale Giulio Cesare di Roma, dove ha insegnato di ruolo dal 2019 al 2023 (anno della sua scomparsa) le stesse discipline per il cui insegnamento nei licei si è abilitato nel 2001. Laureato a Roma nel 1996 con una tesi sul problema dell'identità personale nella filosofia analitica e nella filosofia della mente di Derek Parfit e Daniel Dennett, Vaselli ha conseguito il Dottorato di ricerca in Filosofia Teoretica presso l'Università degli Studi di Torino nel 2018, e il dottorato in Logica ed Epistemologia presso l'Università "La Sapienza" di Roma nel 2004. Vaselli è stato autore di numerosi saggi e articoli in italiano e in inglese nel campo dell'ontologia sociale, della filosofia delle scienze sociali, dell'epistemologia analitica, e in filosofia analitica della storia. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo il libro "Il Posto dei fatti in un mondo di eventi" (Mimesis, 2016).