Abstract
Michael Dummett is one of the most important English philosophers of the 20th century. His fame is due to his argumentatively rich work of clarification of the significance of the ‘lingustic turn’, the characterizing aspect of analytic philosophy in the Anglo-Saxon tradition. According to Dummett, the significance of the linguistic turn lies in the central role played by the philosophy of language. Assuming that the goal of philosophy is the analysis of the structure of thought, his proposal is that such an analysis, which is not an inquiry into the psychological process of thinking, should be conducted by means of an analysis of language. Closely related to this ‘historiographic’ inquiry are many significant contributions that Dummett made in the philosophy of language, of logic, of mathematics and metaphysics. The common trait of these contributions an anti-realist position based on the idea that, in order to understand a sentence (qua asserted) or assertion, it is not sufficient to know how the world should be in order for the sentence to be true, but we should also consider what changes in the world by asserting a sentence, which expectations that assertion can induce, and crucially, which evidence and justifications can be offered in favor or against what has been asserted. The contrast between the realist and the anti-realist conceptions can also lead to reconsider the universal validity of the laws of classical logic, hence a possible contrast between different systems of logic.
Michael Dummett è stato uno dei più importanti filosofi inglesi del XX secolo. La sua fama è principalmente legata al fatto di aver chiarito, con grande ricchezza di argomentazioni, come il senso della “svolta linguistica”, l’operazione che caratterizza la filosofia analitica di tradizione anglosassone, sia da individuare nella posizione centrale occupata dalla filosofia del linguaggio. In estrema sintesi, e assumendo che l’obiettivo della filosofia è l’analisi della struttura del pensiero, il senso della proposta è che tale analisi, tenuta distinta dallo studio del processo psicologico del pensare, vada effettuata attraverso l’analisi del linguaggio. Strettamente connessi con questa indagine di carattere “storiografico”, sono i molti e significativi contributi che Dummett ha dato alla filosofia del linguaggio, della logica, della matematica e alla metafisica. Il tratto comune di questi contributi è la condivisione di una concezione anti-realista, basata sull’idea che per comprendere un enunciato (asserito), o asserto, non sia sufficiente sapere come dovrebbe essere fatto il mondo perché l’enunciato sia vero, ma occorra anche occuparsi di che cosa cambia nel mondo per il fatto che un certo enunciato è stato asserito, delle aspettative che quell’asserzione può indurre e, soprattutto, delle evidenze, o giustificazioni, che possono essere addotte a favore o contro ciò che è stato asserito. Il contrasto fra la concezione realista e quella anti-realista può comportare anche la messa in discussione della illimitata validità delle leggi della logica classica, e quindi anche un contrasto fra diversi sistemi di logica.
Citazione
Enrico Moriconi, “Michael Dummet”, in “APhEx 6”, 2012, pp. 26.
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AUTORI&AUTRICI
Nato a Roma nel 1950, ha studiato presso la Scuola Normale Superiore di Pisa e attualmente insegna Logica presso il Dipartimento di Filosofia dell'Università di Pisa. Si occupa principalmente di logica e filosofia della matematica, con particolare riferimento alla Teoria della Dimostrazione. Tra le sue più recenti pubblicazioni c'è il manuale "Argomenti di logica", scritto in collaborazione con Mauro Mariani e Carlo Marletti, e pubblicato nel 2010 dalla Pisa Univ. Press.