Abstract
The book by Carola Barbero, with the title Filosofia della letteratura (Philosophy of Literature), published by Carocci (2013), explores, moving especially (but not only) in the context of analytical philosophy, aesthetic and ethical issues connected with the polarity between philosophy and literature. If novels are fantastic constructions (and then somehow the result of a lie), which kind of right and of power could they have to act on the human life? How can be explained that strange process of empathy that drives us to suffer together with a protagonist (Werther in Goethe’s novel, for instance) or to rejoice in happy events of literary fiction? Unraveling a series of queries, Carola Barbero on the one hand retraces the most significant stages of the “philosophy of literature” (from Aristotle onwards), and on the other hand gives a synoptic glance on the protagonists, bothmen and women, the questions and the current trends of the analytical aesthetological debate (Cavell, Danto, Goodman, Levinson, Nussbaum, Rorty). But there is something more: the pages of the Filosofia della letteratura, written by the authress with exemplary clarity, offer interesting (and unexpected ) insights both for scholars of analytical aesthetics and for those who are interested in literature or art in general. In this horizon a predilection is recognized by Barbero for the literary works that convey moral problematic values, and that, for this matter, contribute to a greater extent than other works to increase our knowledge and our understanding.
Lo studio di Carola Barbero, intitolato Filosofia della letteratura ed edito per la casa editrice Carocci di Roma (2013), indaga, muovendosi soprattutto (ma non solo) nell’ambito della filosofia analitica, le questioni estetiche ed etiche evocate dal binomio filosofia e letteratura. Se i romanzi sono costruzioni fantastiche (e quindi in qualche modo frutto di menzogna), quale diritto e quale potere hanno di agire sulla vita? Come può essere spiegato quello strano processo di empatia che ci spinge a soffrire insieme a un protagonista (il Werther del romanzo di Goethe, ad esempio) o a gioire per eventi lieti della finzione letteraria? Dipanando una serie di interrogativi, Carola Barbero da un lato ripercorre le tappe più significative della “filosofia della letteratura” (a partire da Aristotele), e dall’altro restituisce uno sguardo sinottico sui protagonisti e le protagoniste, sugli interrogativi e sulle tendenze attuali del dibattito estetologico di ambito analitico (Cavell, Danto, Goodmann, Levinson, Nussbaum, Rorty). Ma non solo: le pagine di Filosofia della letteratura, scritte con esemplare chiarezza, offrono interessanti (e insospettati) spunti di riflessione sia per gli studiosi di estetica analitica, sia per coloro che si interessano di letteratura o di arte in generale. In questo orizzonte una certa predilezione viene riconosciuta da Barbero per quelle opere letterarie che trasmettono valori morali problematici, e che per questo contribuiscono in maniera maggiore rispetto ad altre opere ad aumentare la nostra conoscenza e la nostra capacità di comprensione.
Citazione
Micaela Latini, “Carola Barbero, Filosofia della letteratura, Roma, Carocci, 2013, pp. 128.”, in “APhEx 11”, 2015, pp. 8.
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AUTORI&AUTRICI
Insegna, come Professoressa associata, Letteratura tedesca ed Estetica all’Università di Ferrara. Studiosa della civiltà letteraria austriaca, dell’estetica tedesca, di Animal Studies, della questione mitologica in filosofia e letteratura a partire dal Settecento, ha tradotto, tra le altre cose, anche G. Anders, J.M.R. Lenz, J.G. Herder, E. Bloch, J. Ritter, G. Simmel. Ha pubblicato, oltre a diversi articoli apparsi in inglese, spagnolo, tedesco e francese, anche le monografie "Il possibile e il marginale. Studio su Ernst Bloch" (2005), "La pagina bianca. Thomas Bernhard e il paradosso della scrittura" (2010), "Il museo degli errori" (2011), "Die Korrektur des Lebens" (2017), "L’estetica dell’esagerazione di Günther Anders" (2018), "Lo sguardo ritratto" (2021).