Internal perception: some facets of an open problem

Abstract

The term ‘internal perception’ typically indicates the experience humans have of what happens inside their bodies, i.e., their bodily states and changes. In the literature, these were mostly considered as parts of two main body monitoring systems, known as the interoceptive and proprioceptive systems. This paper explores the concept of internal perception and suggests that for the purposes of philosophical research, it can be considered as the product of a unified propriosensitive system that provides a constant, dynamic mapping of internal states and their changes. The study examines some positions contending that bodily signals do not constitute a proper form of perception and argues that, on the contrary, proprioceptivity is entirely analogous to exteroception in all significant aspects. This involves identifying criteria to establish under what conditions something can be defined as a form of perception and whether internal perception meets these criteria. The underlying idea of this essay is that internal perception plays a fundamental role in understanding human cognition, although it has traditionally been neglected by philosophy and – more generally – by cognitive research which have predominantly focused on exteroception, and particularly on vision, as the privileged sensory modality for knowledge acquisition. Lastly, the paper calls for a more rigorous examination of the propriosensitive system, suggesting that internal perception represents a largely untapped field in philosophical inquiry, with potential to reshape our understanding of the epistemological role of the body in knowledge acquisition.

Il termine ‘percezione interna’ tipicamente indica l’esperienza che gli esseri umani hanno di ciò che accade all’interno dei loro corpi, ovvero dei loro stati e cambiamenti corporei. In letteratura questi sono considerati principalmente alla stregua dei prodotti di due sistemi di monitoraggio noti come sistema interocettivo e propriocettivo. Questo articolo esplora il concetto di percezione interna e suggerisce che, ai fini della ricerca filosofica, essa può essere considerata come il prodotto di un sistema propriosensitivo unificato che fornisce una mappatura costante e dinamica degli stati interni e dei loro cambiamenti. Lo studio esamina alcune posizioni che sostengono che i segnali corporei non costituiscono una forma di percezione in senso proprio. Esso mostra che, al contrario, la propriosensitività è del tutto analoga all’esterocezione in tutti gli aspetti significativi. Per avvalorare questa tesi l’articolo individua dei criteri per stabilire in quali condizioni qualcosa può essere definito come una forma di percezione e discute come/perché la percezione interna soddisfa questi criteri. L’idea di fondo di questo saggio è che la percezione interna gioca un ruolo fondamentale nella comprensione della cognizione umana, sebbene sia stata tradizionalmente trascurata dalla filosofia e, più in generale, dalla ricerca cognitiva che si è prevalentemente concentrata sull’esterocezione e, in particolare, sulla visione come la modalità sensoriale privilegiata per l’acquisizione della conoscenza. Infine l’articolo sostiene che la percezione interna rappresenta un campo in gran parte inesplorato nell’indagine filosofica e suggerisce che il sistema propriosensitivo meriti di essere oggetto sistematico di attenzione da parte della filosofia: una sua migliore comprensione potrebbe aiutarci a riconfigurare il ruolo epistemologico attribuibile al corpo nell’acquisizione di conoscenza.

Citazione

Sara Dellantonio, “Internal perception: some facets of an open problem”, in “APhEx 29”, 2024, pp. 120-141.

Numero della rivista

N°29/2024-APhEx

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AUTORI&AUTRICI

È professoressa associata in Filosofia della Scienza presso il Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell'Università di Trento. I suoi principali interessi si collocano nell'ambito della filosofia della psicologia e dell'epistemologia delle scienze cognitive. È autrice di varie pubblicazioni internazionali e nazionali; insieme a Luigi Pastore ha pubblicato, fra l’altro, il libro “Internal Perception. The Role of Bodily Information in Concepts and Word Mastery”.

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