Abstract
Sounds are very tricky objects. We think that we know many things about them. We think, for example, that we perceive them, that they’re are the only and immediate objects of auditory perception, but we also think that they are the means through which we perceive their sources. We seem to intuitively believe that material objects “have” sounds, and, at the same time, we tend to resist the idea that sounds are actually “just” properties of something else. We seem to agree with the claim that a deaf person cannot experience sounds (they’re not part of this person’s “perceivable world”), but we nonetheless believe that Beethoven could compose music because he had found an alternative way to perceive sounds. Finally, at school we’ve been taught that sounds are identical with elastic waves propagating in a medium, that they’re, in this sense, physical events, but nevertheless we seem to think that the real essence of sounds must be something more than their “physical substrate”. This contribute has two goals. On the one hand, to introduce the most influential contemporary theories regarding what sounds properly are. On the other hand, to explain the strengths and weaknesses of each one of these theories, so as to highlight the main problems they face.
I suoni sono oggetti parecchio “strani”. Pensiamo di sapere molto su di loro. Pensiamo ad esempio che li percepiamo, che sono gli unici ed immediati oggetti della nostra percezione uditiva, ma pensiamo anche che essi sono mezzi attraverso cui percepiamo le loro sorgenti. Sembriamo intuitivamente propensi a credere che gli oggetti materiali “possiedono” i suoni e contemporaneamente non accettiamo di buon grado la proposta di vedere i suoni come proprietà di qualcos’altro. Ci sembra di essere d’accordo con l’idea che una persona sorda non può avere esperienza dei suoni (che essi non sono parte del mondo di questa persona) ma allo stesso tempo pensiamo che Beethoven fosse capace di comporre musica perché aveva trovato un modo alternativo di sentire i suoni pur essendo sordo. A scuola, infine, ci hanno insegnato che i suoni sono identici a onde elastiche che si propagano in un medium, che essi sono in questo senso eventi fisici, ma ciononostante sembriamo pensare anche che la “vera essenza” dei suoni dev’essere necessariamente qualcosa in più del loro sostrato fisico. Questo contributo si pone due obiettivi. Da un lato, introdurre le teorie contemporanee più importanti a proposito di che cosa propriamente sono i suoni, e dall’altro spiegare i punti di forza di ciascuna di esse così come evidenziarne i principali problemi.
Citazione
Alessandra Buccella, “Suoni”, in “APhEx 9”, 2014, pp. 28.
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AUTORI&AUTRICI
Laureata in Scienze filosofiche presso Università degli Studi di Milano e Master in Analytic philosophy presso Universitat de Barcelona (Spagna). Le sue aree di ricerca sono: filosofia della mente e della percezione, filosofia delle scienze cognitive, filosofia della musica.