Constructing the World. Intervista con David Chalmers

David Chalmers (1966) è uno dei massimi esponenti della filosofia della mente e della filosofia del linguaggio contemporanee. Insegna presso la New York University, dove è codirettore del Center for Mind, Brain, and Consciousness, e presso l’Australian National University dove dirige il Centre for Consciousness. In filosofia della mente è noto per sostenere una forma di dualismo secondo cui vi sono  proprietà mentali qualitative – quegli stati fenomenici tali per cui abbiamo la tipica sensazione di essere coscienti delle nostre informazioni sensoriali –  che non sono riducibili tramite spiegazioni fisiche. A sostegno di questa tesi, Chalmers ha elaborato il celebre esperimento mentale degli zombie filosofici, esatti duplicati fisici degli esseri umani che tuttavia mancano di questo tipo di  proprietà mentali qualitative. Se la concepibilità degli zombie filosofici implicasse la loro genuina possibilità, allora sarebbe falsa l’identificazione di tutte le proprietà mentali con quelle fisiche e dunque il fisicalismo sarebbe falso. Chalmers ritiene che, per tale motivo, la spiegazione della coscienza sia un problema difficile per ogni programma fisicalista.

Nell’ambito della filosofia del linguaggio, Chalmers è noto per la tesi bi-dimensionalista sul significato. Secondo il bi-dimensionalismo di Chalmers, il significato delle espressioni ha due dimensioni: 1) la dimensione epistemica (intensione *primaria*) di una espressione, che consiste in una funzione da mondi epistemicamente possibili a estensioni di quella espressione (questa dimensione caratterizza il profilo epistemico del significato di un’espressione nel senso per cui, ad esempio, l’essere trasparente, inodore e dissetante per il termine “acqua” è un’intensione che può avere estensioni diverse in diversi mondi epistemicamente possibili); 2) la dimensione metafisica (intensione *secondaria*), una funzione da mondi metafisicamente possibili a estensioni che caratterizza il profilo modale di un’espressione (ad es., H2O per “acqua” è sempre la stessa estensione in tutti i mondi metafisicamente possibili). Il bi-dimensionalismo si contrappone pertanto alle concezioni del riferimento diretto di Saul Kripke e Hilary Putnam e vuole recuperare, seppur in maniera attenuata, la tesi di Gottlob Frege secondo cui il riferimento non esaurisce il significato di un’espressione, poiché vi sono aspetti cognitivi del significato –  il senso –  che contribuiscono a determinare il riferimento.

Chalmers lavora attualmente  all’elaborazione di una concezione della conoscibilità condizionale – la tesi di scrutabilità – allo scopo di offrire una fondazione e una unificazione delle tesi da lui sostenute in filosofia della mente e del linguaggio.  Secondo la tesi della scrutabilità, tutte le verità sono conoscibili a partire da una classe ristretta di verità che include le verità della fisica, quelle fenomeniche e le verità indicali. Il suo ultimo libro, Constructing the World (Oxford University Press, 2012), tratta appunto di questo progetto.

Abbiamo intervistato Chalmers lo scorso 7 giugno 2013 in occasione di una sua visita in Italia presso il centro di ricerca COGITO di Bologna, a conclusione di una serie di seminari dedicati alla discussione del suo ultimo lavoro (http://cogito.lagado.org/construcing). In questa occasione, gli abbiamo chiesto  di raccontarci del progetto del suo ultimo libro.

La video-intervista è stata condotta da Sebastiano Moruzzi (Università di Bologna/COGITO) e Gregory Bochner (Università di Bruxelles/COGITO), con la collaborazione di Antonella Mallozzi (CUNY), che ha partecipato alla redazione della domande, e di Michele Palmira (Modena-Reggio Emilia/COGITO) che ha curato le riprese video.


Numero della rivista

N° 08/2013-APhEx

AUTORI&AUTRICI

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Ricercatore presso il Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell'Università di Bologna. Laureato in Filosofia all'Università di Bologna (2000), dottore di ricerca in Filosofia del Linguaggio presso l'Università del Piemonte Orientale "Amedeo Avogrado" (2005), post-doc nel centro di ricerca Arché nel progetto diretto da Crispin Wright "Vagueness Its Nature and Logic" (2004-2006) presso la University of St Andrews (UK). É principal inviestigator del progetto di filosofia del linguaggio del centro di ricerca COGITO (Università di Bologna) e associate fellow del Northern Insitute of Philosohy (University of Aberdeen, UK) e del centro di ricerca Arché (University of St Andrews). È autore di articoli di filosofia del linguaggio e della logica su riviste nazionali el internazionali. É curatore, assieme a Richard Dietz (University of Tokyo) del volume "Cuts and Clouds. Vagueness: Its Nature and Logic" (Oxford University Press, Oxford 2010) e autore del volume "Vaghezza. Confini, cumuli e paradossi" (Laterza, Roma 2012).

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